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Bonifica ex discarica Mira: un intervento storico per il territorio

Conclusa la bonifica dell’ex discarica di via Teramo a Mira, una delle aree più critiche dal punto di vista ambientale dell’intera provincia di Venezia. Dopo oltre trent’anni, si chiude un capitolo complesso della storia locale, segnato da inquinamento, stasi amministrative e condanne europee. Oggi, finalmente, si parla di rinascita.

Bonifica ex discarica Mira: un intervento storico per il territorio

L'ex discarica di via Teramo a Mira, situata in frazione Olmo di Borbiago, è stata teatro di un'importante operazione di risanamento ambientale. Nei decenni passati, il sito aveva accolto oltre 7.000 fusti metallici contenenti sostanze tossico-nocive, come arsenico e cobalto, provenienti in gran parte dagli impianti chimici di Porto Marghera. Questi rifiuti erano stati sepolti negli anni ’70 in una ex cava per l’estrazione di argilla, trasformando l’area in una vera e propria bomba ecologica.

La bonifica della discarica di via Teramo a Mira si è rivelata un’operazione complessa, durata decenni e ostacolata da problematiche tecniche e burocratiche. Oggi, però, rappresenta un modello di intervento ambientale virtuoso, grazie anche all’impegno di Regione Veneto, Comune di Mira e della struttura commissariale guidata dal gen. Giuseppe Vadalà.

Le fasi dell’intervento di bonifica

Il progetto di bonifica dell’ex discarica a Mira ha previsto l’eliminazione completa dei rifiuti interrati e il trattamento delle acque di falda contaminate, in un’area di circa 1.700 mq. Dopo anni di indagini ambientali, l’intervento si è finalmente concretizzato tra ottobre 2023 e aprile 2024. Le operazioni hanno comportato:

  • Sondaggi ambientali spinti e prove penetrometriche fino a 30 metri.
  • Indagini radiometriche e chimiche su suolo e rifiuti.
  • Realizzazione di palancole profonde fino a 18 metri per contenere l’area di scavo.
  • Emungimento delle acque di falda tramite sistema well-point.
  • Ripristino del sito con terreno conforme alla normativa.

I lavori, del valore complessivo di 6 milioni di euro, sono stati eseguiti da Veneto Acque per conto del Commissario Unico. L’area è stata successivamente esclusa dalla procedura d’infrazione europea, con validazione della Città metropolitana di Venezia nel febbraio 2025.

Negli anni ’60, l’area di via Teramo era una cava privata per l’estrazione di argilla usata per produrre laterizi. Terminata l’attività, quella stessa cava fu colmata negli anni ’70 con rifiuti di vario tipo tra cui scorie industriali derivanti dall’interramento di fusti metallici contenenti composti tossico-nocivi come arsenico e cobalto, provenienti principalmente dagli impianti chimici di Porto Marghera.

Per anni, quei rifiuti sono rimasti sepolti e invisibili.

Solo nel 1992, durante alcuni scavi, sono emersi i primi fusti metallici. Le indagini sul sito hanno confermato fin da subito la criticità della situazione. Nel 1998 la questione è stata trattata anche in una Commissione parlamentare d’inchiesta.

Nel 1999, la Regione Veneto ha stanziato 1.136.000 euro per un primo intervento, con risorse della Legge Speciale per Venezia. Ma l’iter di bonifica si è rivelato lungo, complesso, e rallentato da questioni amministrative, tecniche e legali.

Nel frattempo, l’Unione Europea di Giustizia ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, che nel 2014 ha portato a una condanna con sanzioni fino a 42 milioni di euro a semestre, proprio a causa di 200 discariche abusive non bonificate, tra cui quella di via Teramo.

Nel 2017, il Consiglio dei Ministri ha nominato il generale Giuseppe Vadalà Commissario straordinario (oggi Commissario unico) per gestire l’adeguamento normativo delle discariche italiane coinvolte nella procedura europea. Per quanto riguarda via Teramo, il Commissario ha incaricato Veneto Acque, società in house della Regione, di eseguire indagini integrative, con l’obiettivo di circoscrivere meglio l’area su cui definire la tipologia di intervento. Nel novembre 2022, la Regione ha al commissario Vadalà la quota residua del finanziamento, pari a 922.542 euro.

A ottobre 2023 è stato quindi approvato il Progetto di bonifica con rimozione della sorgente primaria di contaminazione, e i lavori si sono conclusi ad aprile 2024, interessando circa 1.700 metri quadrati di areale. I rifiuti sono stati rimossi e smaltiti secondo i più alti standard ambientali, e le acque di falda contaminate sono state emunte e smaltite presso un idoneo impianto di trattamento.

A dicembre 2024, la discarica di via Teramo è ufficialmente uscita dalla procedura d’infrazione europea, e nel febbraio 2025 la Città metropolitana di Venezia ha validato la piena conformità degli interventi. Attualmente è in corso l’attività di monitoraggio delle acque di falda come prescritto dalla Città metropolitana in fase di certificazione

Un simbolo di riscatto e cooperazione

L’assessore regionale alla Legge Speciale per Venezia, Roberto Marcato, ha sottolineato il valore simbolico della bonifica via Teramo Mira:

“È la dimostrazione che con determinazione e lavoro di squadra è possibile risanare anche i luoghi più compromessi. Ma ora è necessario che Roma rifinanzi la Legge Speciale per Venezia, ferma dal 2011. I veneti meritano risposte concrete”.

Al suo fianco, il vicesindaco di Mira Gabriele Bolzoni, rappresentanti del Comune, di Veneto Acque, di Idea Srl e dell’Università Ca’ Foscari, hanno ribadito l’importanza di questo risultato per la sicurezza ambientale e la salute dei cittadini.

Mira: da discarica a esempio di rigenerazione ambientale

L’intervento su via Teramo si configura come un caso studio nel panorama nazionale: non solo ha permesso di eliminare una fonte di contaminazione, ma ha anche restituito un’area alla comunità, migliorando la qualità della vita e riducendo i rischi sanitari.

Il modello adottato – caratterizzato da un approccio integrato tra competenze tecniche, enti pubblici e operatori privati – evidenzia come la bonifica Mira possa diventare un esempio replicabile in altre situazioni critiche del Paese.


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