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A Ecomondo la famiglia dei trituratori primari Molinari

A Ecomondo la famiglia dei trituratori primari Molinari

Innovazione e robustezza al servizio del recycling.

L'azienda guidata da Giovanni Gervasoni torna alla fiera Ecomondo con la sua ampia gamma di soluzioni personalizzate al servizio del recycling e del waste-to-energy: "Sono otto anni che non manchiamo a Rimini, un’importante vetrina interazionale per esporre in anteprima assoluta - sottolinea Gervasoni -. Quest'anno ci siamo concentrati ancora sulla triturazione primaria ed esporremo la macchina più piccola della gamma, la TP1200, e la versione più grande, la TP3500. La prima è pensata per le aziende che hanno necessità di triturare piccoli quantitativi o manufatti poco ingombranti senza rinunciare però alla robustezza, elemento fondante del know-how Molinari. La seconda macchina è stata progettata per una centrale a biomasse in Costa d'Avorio che dovrà trattare rami di palma lunghi fino a 3 metri. Per ovviare alle difficoltà di carico del materiale, in collaborazione con il cliente abbiamo allungato i rotori di un metro, portandoli fino a 3500 mm".

"In Francia abbiamo venduto 4 macchine in un settore molto esigente come quello della triturazione degli pneumatici fuori uso destinati a diventare combustibile alternativo per i cementifici. La Francia è un mercato molto difficile, regolamentato dal consorzio Aliapur che ha creato uno standard per le dimensioni della ciabatta, del pneumatico triturato e della quantità di ferro che fuoriesce".

Entrare sul mercato francese ha rappresentato un'opportunità per Molinari non solo in termini commerciali: "È stata una sfida perché le nostre macchine non erano mai state testate - conferma Gervasoni -. Abbiamo infatti siglato una partnership con un'azienda locale che ha applicato il sistema Aliapur sulla nostra macchina per renderla performante secondo gli standard richiesti. I risultati sono stati ottimi: i test hanno riguardato trituratore destinato solo agli pneumatici di camion, contenenti molto acciaio. La sfida era arrivare a 1800-2000 tonnellate senza dover affilare le lame. Noi siamo arrivati a più di 4 mila tonnellate: una prova di resistenza e affidabilità che tradotta in termini economici vuol dire ridurre della metà i costi di manutenzione ed evitare i fermi macchina".


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